Il 2 luglio verrà annunciato il vincitore del più prestigioso riconoscimento letterario italiano.
I finalisti della settantaquattresima edizione del Premio Strega sono: Sandro Veronesi, Il colibrì (La Nave di Teseo); Gianrico Carofiglio, La misura del tempo (Einaudi); Valeria Parrella, Almarina (Einaudi); Gian Arturo Ferrari, Ragazzo italiano (Feltrinelli); Daniele Mencarelli, Tutto chiede salvezza (Mondadori); Jonathan Bazzi, Febbre (Fandango Libri).
Veronesi e Carofiglio sembrano al momento i favoriti, ma il verdetto arriverà solo con la proclamazione del vincitore nel corso della serata finale del premio, che anche quest’anno si svolgerà giovedì 2 luglio al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e in diretta su Rai 3, con la conduzione Giorgio Zanchini, affiancato da un’ospite d’eccezione, Corrado Augias.
Un’edizione diversa quella di quest’anno, per il rispetto delle norme anti-Covid e per il fatto che i finalisti non sono cinque, ma sei, per via del regolamento che prevede, nel caso in cui i primi cinque libri siano stati pubblicati da grandi editori, l’aggiunta del libro più votato pubblicato da un piccolo editore, in questo caso Febbre di Jonathan Bazzi, edito da Fandango.
Il Premio Strega viene assegnato all’autore o autrice che abbia pubblicato un libro in Italia tra il primo marzo dell’anno precedente e il 28 febbraio dell’anno in corso. Il vincitore riceve un premio in denaro di 5.000 euro, ma la cosa più importante è il fatto che il Premio Strega, a differenza di molti altri premi letterari, ha una notevole incidenza sulle vendite.
Tutti e sei i finalisti hanno come elemento comune il racconto di storie intime, alcune autobiografiche, e il forte legame con il tempo.
È certamente uno dei libri di narrativa che ha suscitato più interesse nell’anno passato, Il colibrì di Sandro Veronesi, ambientato tra gli anni Settanta e un futuro prossimo, racconta la vita di Marco Carrera che, nonostante un’esistenza di perdite e dolore, non precipita: proprio come il colibrì, che è in grado di rimanere quasi immobile, a mezz’aria, grazie a un rapidissimo battito alare, Marco Carrera, con il suo movimento frenetico, riesce a rimanere saldo, fermo e a risalire, attraverso straordinarie acrobazie esistenziali. In un continuo oscillare tra passato, presente e futuro ci si interroga sulla “forza struggente della vita”.
La misura del tempo ruota intorno a un personaggio noto ai lettori di Gianrico Carofiglio: l’avvocato Guido Guerrieri. In un perfetto equilibro tra il racconto giudiziario e l’inesorabile avanzare del tempo che trascorre e si consuma, Guerrieri è qui coinvolto nel caso di un uomo rinchiuso in carcere per omicidio volontario, che è anche il figlio di una vecchia amica o forse di un vecchio amore perso tra le trame del tempo passato. E’ l’inizio di una sfida processuale ricca di colpi di scena, un appassionante viaggio nei meandri della giustizia, insidiosi e a volte letali. Costruito come un giallo, nasconde profondi messaggi che riflettono le inquietudini del nostro tempo: la pluralità dei punti di vista; i diversi modi in cui si presenta la realtà; l’invito a dubitare della verità stessa.
Unica scrittrice in gara, con il romanzo Almarina, è Valeria Parrella che si dedica alle figure femminili: Elisabetta, cinquantenne e vedova, insegna matematica nel carcere minorile di Nisida, un penitenziario sull’acqua; Almarina è un’allieva nuova, una sedicenne rumena con un passato violento. La libertà di due solitudini è raccontata da una voce calda, intima, politica, capace di aprire la testa e arrivare al cuore.
Romanzo di esordio è invece Ragazzo italiano di un autore molto conosciuto tra gli addetti ai lavori: Gian Arturo Ferrari, 76 anni, è stato direttore generale della divisione Libri Mondadori dal 1997 al 2009, dopo una lunga carriera nell’editoria. Il suo romanzo è una storia di formazione. Ninni, figlio del Dopoguerra, passa dalle durezze da prima Rivoluzione Industriale della provincia lombarda, al tramonto della civiltà rurale emiliana, fino all’esplosione di vita della Milano socialdemocratica. Ninni impara così a conoscere le insidie degli affetti, la sofferenza, persino il dolore, che si cela anche nei legami più prossimi. La storia di un ragazzo italiano che riflette quella dell’intero Paese.
Vincitore del Premio Strega Giovani, Tutto chiede salvezza è un romanzo autobiografico in cui il poeta, Daniele Mencarelli, racconta quando a vent’anni, dopo una violenta esplosione di rabbia, fu sottoposto a un TSO: trattamento sanitario obbligatorio. Nel reparto di psichiatria, baratro della follia, un’umanità che vive ai margini: personaggi inquietanti e teneri, sconclusionati e saggi, travolti dalla vita, incapaci di non soffrire e di non amare a dismisura. Un’intensa storia di sofferenza e speranza, di interrogativi brucianti e luminose scoperte.
Romanzo autobiografico è anche Febbre, che ripercorre la vita dello scrittore e giornalista Jonathan Bazzi, quando nel 2016, all’età di 31 anni, scopre di essere sieropositivo. Inizia un viaggio indietro nel tempo, all’origine della sua storia, nella periferia in cui è cresciuto, Rozzano, a sud di Milano, dove cerca una via di salvezza da tutto ciò che incarna e che lo rende diverso. Un libro spiazzante, sincero fino a divenire brutale.