“La natura è la risposta alla nostra ricerca di felicità”
Attrice e autrice di teatro, cinema e televisione, Daniela Poggi è uno dei volti più noti del panorama artistico italiano. Ha portato in scena, tra gli altri, autori come Grillparzer, Dickinson, Pirandello e Sciascia; ha lavorato con i più importanti registi tra cui Claude Chabrol, Ettore Scola e Gabriele Lavia. Ha scritto e diretto due cortometraggi e alcuni testi teatrali. Ha vinto numerosi premi come protagonista del film “L’Esodo” di Ciro Formisano. È stata la conduttrice per quattro stagioni di “Chi l’ha visto” su RAI3. Ha ricoperto incarichi istituzionali, in ambito politico e sociale. Il romanzo Ricordami!, appena pubblicato, è il suo esordio nella narrativa. La incontriamo per parlare del suo grande amore per gli animali, cui dedica gran parte del suo tempo come testimonial per varie iniziative mirate al loro benessere.
Da quando, oltre all’attività artistica, ti interessi di animali e ambiente?
Da sempre. Sono cresciuta con i cani, ho scoperto il mare a due anni, nella mia Savona e Albissola Marina, vivevo tra l’acqua, la sabbia e la collina con tutte le sue piante. Le stagioni erano intense e puntuali. Ogni fiore che sbocciava o erbetta che cresceva erano per me sinonimo di meraviglia. Camminare con i piedi nell’acqua in mezzo ai pesciolini e volare nei sogni con i gabbiani. Le formiche che invadevano la casa al mare o le farfalle che svolazzavano. Gatti che miagolavano e facevano le fusa appena ti incontravano. Mi sentivo tutt’uno con tutta la natura.
Come commenteresti la frase di Gandhi: “La civiltà di un popolo si misura da come tratta gli animali”?
È la pura verità. Se non rispetti quelle vite apparentemente diverse da te non sei capace di rispettare neanche te stesso. Ogni vita ha un valore assoluto e insostituibile.
Hai rivestito anche incarichi istituzionali, come quello di Assessore per il Comune di Fiumicino, come giudichi questa esperienza (lati positivi e negativi)?
La mia esperienza come Assessore alla Cultura per il Comune di Fiumicino è stata interessante, gratificante, complicata ed esplicativa per certi versi. Trovo però difficile fare il politico se non sei tagliato. Mediare e scendere a compromessi perché tutto giri nella direzione che altri hanno deciso. Comunque sono felice di aver lasciato una piccola traccia per costruire percorsi culturali possibili e fruibili per tutti.
La contrarietà alla caccia può essere collegabile con l’antispecismo e l’antirazzismo?
Certamente. Chi uccide per gioco o piacere o per sentirsi più forte, lo farebbe anche davanti ad un suo simile. Usare violenza verso un’altra vita è togliere valore a quella vita, disprezzarla, che si tratti di un animale o un uomo.
Questo che da alcuni viene considerato uno sport, comporta anche rischi per gli umani, stando all’elevato numero di incidenti di caccia, senza contare l’inquinamento dei territori che vengono contaminati dai residui di cartucce e altri materiali. Inoltre c’è un articolo controverso del Codice Civile (articolo 842), che permette ai cacciatori di poter entrare liberamente anche in terreni privati, se non recintati secondo precise regole, non sempre possibili. Commenti?
Purtroppo esiste ancora una piccola lobby dei cacciatori, dei produttori di morte, e tengono sotto scacco il governo. Sono voti. Per me sono voti insanguinati.
Il fatto che ogni regione agisca in maniera autonoma nella gestione della fauna selvatica può rappresentare un fatto positivo o sarebbe meglio che il legislatore di riferimento fosse unicamente nazionale?
Sarebbe auspicabile un po’ di coscienza, di consapevolezza che noi umani siamo ospiti su questa terra e non proprietari. Che ogni vita è collegata all’altra perché tutto funzioni per il bene di tutti. Ci vorrebbe una visione comune, anziché fare ognuno la guerra contro l’altro. Ci vorrebbe una legge europea a difesa dei diritti di tutti gli animali, il divieto assoluto della caccia e della pesca ovunque, il divieto dei trasporti degli animali da macello, l’abolizione degli allevamenti intensivi e la loro conversione in altra attività agroalimentare. Ma non mi sembra che attualmente in Europa ci sia qualcuno che faccia proposte in questo senso!
Dopo tanti anni, il Movimento Indipendente “Ora rispetto per tutti gli animali” ha depositato una richiesta in Corte di Cassazione per indire un referendum per l’abolizione della caccia su tutto il territorio, oltre alla cancellazione dell’articolo 842 sopra citato. Cosa ne pensi di questa iniziativa?
Ho firmato per il comitato del sì, li ringrazio e mi auguro che si vinca.
Trovi che una corretta informazione – da parte dei media ma anche a partire dalle scuole – possa portare a una maggiore consapevolezza del fatto che gli animali siano esseri senzienti da rispettare?
Se si portassero i bambini nelle fattorie, tra i contadini, in campagna, lasciando che conoscano gli animali nella loro naturale quotidianità, sono sicura che in meno di 10 anni avverrebbe la rivoluzione alimentare e comportamentale. Lasciare che i bimbi guardino negli occhi la mucca o l’agnellino o il maialino o la gallina, condividendo un po’ di tempo con loro, porterebbe a un cambiamento radicale nel loro modo di pensare. A scuola, dovrebbero reinserire educazione civica e insegnamenti sulle “vite dell’universo”. Ciò che impari da bambino segna la tua evoluzione o involuzione. In tv poi dovrebbe esserci una pubblicità più obiettiva e veritiera. Perché illudere il pubblico facendo vedere mucche pascolanti o galline che piluccano libere…è tutto falso!
Avresti suggerimenti per gli educatori – genitori, insegnanti, o altro – in merito alle problematiche legate ad animali e ambiente?
Partire sempre dall’amore, dal rispetto dell’altro, dalla conoscenza attraverso libri, i video, il confronto, per capire il pensiero altrui. Si dovrebbe insegnare a vivere guardando e ascoltando tutto ciò che ci circonda: la natura stessa è la nostra risposta alla ricerca di felicità.