Il nuovo modo di muoversi in città, semplice, comodo, sostenibile ed economico, è il cosiddetto car sharing, ovvero l’auto condivisa. Per spostarsi non è più necessario possedere una vettura, ma è possibile utilizzarla esclusivamente quando serve, con tanto di parcheggio garantito e circolazione nelle ZTL, pagando il corrispettivo per il tempo e il consumo effettivi. Risultato? Meno traffico e meno inquinamento.
Ma come funziona il car sharing? È molto semplice: si prenota l’auto, anche con poco anticipo, tramite l’APP, internet o direttamente alla postazione, si preleva il veicolo in uno dei parcheggi adibiti e infine si riconsegna.
Il mondo del car sharing è in continua evoluzione: cresce, cambia personalità e si diversifica.
In Italia la crescita del modello di mobilità alternativa si sta dirigendo, in modo sempre più esteso, forte e dinamico, verso la differenziazione e l’integrazione delle offerte già esistenti. Dai dati è emerso che nel 2019 c’è stato un aumento di flotte rispetto al 2018 e si registra un incremento del 28,7% per quanto riguarda le iscrizioni ai servizi di car sharing nelle città: Milano e Roma in testa con circa 10 milioni di noleggi annui e con la scelta di veicoli sempre più ecologici. Nonostante il brusco arresto dovuto al lockdown, già a maggio si è registrata un’incoraggiante ripartenza.
Molti operatori stanno studiando nuove formule per le modalità di noleggio delle vetture, che vanno ad integrarsi con quelle già esistenti e superano la distinzione tradizionale tra car sharing “station based” (con parcheggi dedicati) e car sharing “free floating” (a flusso libero). I servizi “station based” stanno rivedendo le proprie offerte in modo più flessibile, con la possibilità del noleggio solo andata, consentendo quindi di rilasciare l’autovettura in altre stazioni cittadine, come sta accadendo ad esempio a Torino, Roma, Cagliari e Palermo; aziende invece specializzate in car sharing “free-floating” oggi operano anche attraverso aree di parcheggi dedicate in vari punti strategici delle città italiane, come aeroporti e stazioni ferroviarie, senza aumento della tariffa (e questa è la novità!), come nel caso di Enjoy e Corrente presso la stazione centrale di Bologna. Tutto questo per offrire un servizio sempre più vasto e completo agli utenti, visti i numeri in continua crescita.
Un altro cambiamento è quello di adattare il modello operativo alla tipologia di città e di spostamenti: nelle maggiori città italiane sono presenti soprattutto le grandi aziende internazionali che operano nel car sharing free floating e continuano a puntare ad un consolidamento dei servizi già esistenti; nei centri più piccoli, come Cagliari, Palermo, Genova, Venezia, nascono o si consolidano invece nuovi operatori locali, che progettano il servizio anche in base alle caratteristiche dell’utente medio presente in quelle città. Si tratta di servizi più ridotti dal punto di vista del numero di auto, ma più diffusi nel territorio, che vedono spesso l’affermazione di operatori locali anche in partnership con le aziende di trasporto pubblico.
Insomma, un settore dinamico che si adatta costantemente alle necessità e richieste degli utenti, che sono diverse caso per caso.
In un futuro prossimo si prevede una modalità di fruizione e di condivisione dei servizi con tendenze sempre più innovative, tra le quali: car sharing condominiali, multiproprietari, corporate car sharing, peer to peer, quest’ultima è una pratica di condivisione della vettura tra privati cittadini che si è sviluppata, da qualche tempo, soprattutto in Nord America, in Francia e nel Nord Europa.