Cashlab è un’azienda di Prato, certamente da annoverare tra le eccellenze nel suo settore, anche grazie a una politica ecosostenibile e all’avanguardia nell’economia circolare. Le sue creazioni tessili stanno conquistando i mercati di tutto il mondo anche nell’alta moda. Tra le realizzazioni di maggior successo, l’imbottitura “cruelty free” di piumini, fatta utilizzando materiale di riciclo anziché piume d’oca. Per questi capi di abbigliamento viene utilizzato il cachemire riciclato, oltre al poliestere rigenerato dalle bottiglie d’acqua, sottratte così alla dispersione nell’ambiente. Il risultato è un prodotto che non crea danni all’ambiente, mantiene intatta vestibilità e calore, e consente un prezzo più accessibile rispetto ai capi contenenti piume d’oca. Incontriamo l’innovativo imprenditore a capo dell’azienda.
“Siamo un’azienda nata da alcuni anni per volontà mia e del mio socio, siamo due amici con profonde radici nel tessile, uniti dall’obiettivo di produrre, in Economia Circolare, prodotti tessili rivalorizzando materiali naturali di riciclo provenienti dal post-consumer”. Esordisce Enrico Diddi.
Come le è venuta l’idea di realizzare tessuti eco-friendly e cruelty free?
L’idea è venuta sicuramente andando incontro alle esigenze del mercato. I nostri clienti sono sempre più alla ricerca di proposte tessili eco-sostenibili, è questo che ci ha dato gli stimoli per creare qualcosa che suscitasse interesse nel nostro settore.
Per realizzare i vostri prodotti utilizzate anche la tecnica del recycling, relativamente nuova in Italia, in cosa consiste?
Acquistiamo da grossi centri di raccolta i capi d’abbigliamento che provengono dal post consumer, dopo un processo di selezione accurata vengono riprocessati, con particolari macchinari, per essere trasformati in materiale pronto al riutilizzo.
Come vengono accolti questi prodotti nel mercato italiano, e in quello estero?
Molto bene, specialmente oggi che sempre più il mercato ha bisogno di poter etichettare il prodotto finito come: eco-frendly – animal free – recycled…
Questo periodo nero di pandemia che il mondo sta vivendo ha aumentato esponenzialmente l’attenzione a certi temi.
I vostri processi di lavorazione possono essere considerati a impatto zero sull’ambiente?
La cernita dei materiali ed i nostri processi produttivi, sia meccanici che fisici, vengono effettuati senza l’utilizzo di sostanze chimiche aggiuntive, quindi i nostri prodotti possono essere classificati a impatto zero.
Quali sono le vostre realizzazioni più richieste attualmente?
Capi di maglieria – Accessori tessili ed imbottiture per abbigliamento e arredamento.
Un prodotto che considerate un’eccellenza?
Sicuramente, trattando principalmente un materiale pregiato come il cashmere, i nostri prodotti si rivolgono ad un mercato che richiede l’eccellenza.
Un’azienda come la vostra può essere considerata un esempio di economia circolare?
Assolutamente sì.
La natura può essere considerata una fonte di ispirazione, oltre che fonte di materia prima?
Direi di sì.
Il riutilizzo di materiali, secondo lei, è l’unica soluzione praticabile per un futuro (e un presente) realmente sostenibile?
Sicuramente è un buon inizio ma non può essere l’unica soluzione, ci vuole più attenzione da parte di tutti nel tenere il nostro pianeta pulito. In natura esiste un modello di economia circolare: nulla si distrugge e non esistono scarti. Sfruttando la nostra storia, stiamo cercando di interpretare il modello di “moda circolare“. Specie negli ultimi anni questo modello è spesso utilizzato dalle aziende per raccontare un processo produttivo o per nobilitare una delle caratteristiche del prodotto finale.