Tra i più brillanti ed eclettici attori del nostro panorama artistico, Massimo Wertmuller è stato uno degli allievi prediletti di Gigi Proietti, di cui ha frequentato la scuola. Con i compagni di corso Paola Tiziana Cruciani, Rodolfo Laganà e altri, ha fondato il gruppo comico “La zavorra”. Oltre che in teatro, si è cimentato al cinema in alcuni film, diretto dalla zia Lina Wertmuller, come “In una notte di chiaro di Luna”, e “La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia”. E’ stato diretto da grandi maestri come: Ettore Scola, Alessandro D’Alatri, Cristina Comencini, Duccio Camerini, Carlo Vanzina, e Gigi Magni, con cui ha interpretato “In nome del popolo sovrano”, con Alberto Sordi e Nino Manfredi. Da sempre impegnato nel sociale, sostiene varie cause ambientaliste ed è un convinto e attivo animalista.
Ti si potrebbe definire un “antidivo animalista”, come Anna Magnani e Totò?
Magari!…comunque amo gli animali a prescindere. Li amo perché sono puri, li amo perché sono l’ultimo indice di vita su questa terra. Li amo perché in loro la scintilla originaria della vita si conserva pura fino alla loro morte. Quella scintilla che noi sporchiamo dalla fanciullezza in poi. Vuoi per l’età che avanza, vuoi per stress o dolore, vuoi per il male, se lo si frequenta. Gli animali sono come i bambini – lo affermava anche Totò – esseri innocenti, fragili e indifesi. Poi se non sono solo io ad amarli, ma mi accompagnano mille e mille altre figure ben più importanti di me, meglio. Meglio soprattutto per loro, i nostri fratelli a quattro zampe.
Cosa pensi che questa “pandemia”, possa – o non possa – insegnarci?
Avrebbe dovuto insegnarci – uso il condizionale perché temo che non sarà così – ad essere migliori. Poteva essere una occasione per migliorare tutto. Prima di tutto noi stessi. Invece vedo che la strada dell’esasperazione sta vincendo su quella più costruttiva. Siamo esausti e quindi più nervosi: purtroppo si sono acuiti i difetti preesistenti al virus. L’odio per esempio, l’intolleranza, hanno trovato terreno fertile in questo periodo.
Che ne pensi di chi dice “tornerà tutto come prima”?
Personalmente spero si torni ad una normalità. Mi preoccupano i tanti che si affannano oggi a dire di stare attenti, di prepararsi, perché non si riavrà più la nostra consueta normalità nel possibile futuro. E mi domando, perché non è consentito sperare neanche in una normale…normalità? Magari rieducandoci, avendo un rapporto diverso e più rispettoso verso la natura e gli altri, nel momento in cui la pandemia sarà passata, perché non sperare, io come gli altri, che si ritorni per esempio ad abbracciarci. E che si ritorni a condividere cose come il teatro e il cinema.
A questo proposito, è stato un errore impedire la fruizione dello spettacolo dal vivo, con la chiusura dei teatri?
A Luglio l’ottimismo si poteva accompagnare alla campagna di terrore e disastro che ci veniva propinata. Ma dopo che hanno aperto le discoteche – per interessi privati – oggi, coi numeri che a differenza di questa estate, quando forse venivano esagerati per scoraggiare e che adesso secondo me sono più blandi della realtà, non c’è più spazio per la sfida. C’è spazio solo per l’attenzione massima e la serietà. Del resto si spera che qualunque sacrificio sia relativo ad un momento, brutto, ma destinato a passare. Lo scorso luglio, però, chiudere i teatri non è stata una buona idea, secondo me. C’è stata una mancata programmazione estiva che permettesse di vivere il teatro almeno all’aperto. In Italia abbiamo tante possibilità, come i teatri di pietra, i siti archeologici, che ci avrebbero permesso di continuare con lo spettacolo dal vivo, che è un’altra cosa rispetto a quello registrato. Io ci ho recitato e le platee, rigorosamente sotto misure anticovid, erano piene, con distanziamento tra gli spettatori, ma piene. Comunque la cosa più triste è stato sentire, vedere, capire, quanto la cultura sia così poco considerata da chi ci governa. Considerata così poco necessaria alla comunità, come invece dovrebbe essere ed è. E in un paese come l’Italia! Dove potrebbe essere tra l’altro il maggiore e più proficuo investimento…
Se avessi la facoltà di legiferare, cosa proporresti in proposito?
Di realizzare un nuovo mondo: più attento al clima e alla Natura. Una nuova economia circolare, verde e solidale, lontana da questo capitalismo delle banche che ha rovinato la società. E senz’altro più cultura: l’unico strumento che ci consente di emanciparsi, di dirci civili, padroni delle nostre vite e non meri esecutori privi di consapevolezza e obnubilati da un appiattimento che rende imbecilli.
Nel tuo percorso artistico hai collaborato con grandi maestri, attori, registi, quali ricordi con maggiore affetto?
Tanti. Gigi Proietti, Antonello Falqui, Patroni Griffi, Ettore Scola, Alberto Sordi, Nino Manfredi e Gigi Magni.
Ti sei cimentato in vari ruoli, sia in teatro che nel cinema e in tv. Quali di questi mezzi senti più “affini”?
Amo tutti questi linguaggi. Il problema distintivo, in tutti i casi, è sempre e solo la qualità di quello che viene proposto, e come viene realizzato.
C’è un personaggio/ruolo che non hai ancora interpretato, e che vorresti fare ?
Mi affascina il personaggio di Ulisse, vorrei mettere in scena una sua tranche de vie….ma più andiamo avanti e più diventa tardi.
Tra i futuri programmi artistici?
Al momento sono tutti “fermi al palo”, causa covid. Tra questi ci sarebbero due rappresentazioni teatrali, e altri progetti anche cine-televisivi.
Considerazioni sul periodo attuale?
Mai come adesso ho capito che l’impegno civico di tutti è necessario. Per non demandare sempre, per fare concretamente, assumersi delle responsabilità, anziché delegare agli altri per poi lamentarsi. L’impegno civico personalmente l’ho sempre frequentato, ma un tempo era più semplice, perché la mia generazione aveva dei punti di riferimento: i maestri erano tali, non solo nel lavoro ma anche nella vita, i leader erano leader, le idee erano idee. Oggi siamo nel post ideologico, che è molto peggio dell’ideologico, perché ci annienta, ci divide, ci rende apatici a tutto. L’unica soluzione per risalire la china di questi tempi è, ne sono convinto, l’impegno civico, che dà un senso nobile alla vita. Per esempio, occuparsi di animali, di verde, per un mondo migliore, per una vita più vivibile, per me è diventato più impellente del mio stesso lavoro.