È una delle scuole di danza più importanti dell’est Europa, l’Accademia Nazionale di Danza di Tirana, dove si è formato Kledi Kadiu, una scuola molto dura, con discipline ferree. Un’esperienza che l’ha segnato per sempre, facendolo diventare un grande artista della danza, rigoroso e innovativo. Molti lo conoscono anche grazie alla partecipazione alla trasmissione “Amici” di Maria De Filippi, negli anni Novanta. L’avventura italiana di Kledi Kadiu ha avuto inizio quando una compagnia italiana sbarcò a Tirana per fare dei provini e ingaggiare dei danzatori. Kledi partecipò con successo. Nel nostro paese prese parte dapprima a vari spettacoli teatrali, poi in tv, dove fu notato da Maria De Filippi che decise di lanciarlo. Oltre a spettacoli di danza, ha lavorato in fiction come “Ma chi l’avrebbe mai detto”, con Ornella Muti e Katia Ricciarelli, e interpretato due film: “Passo a due” e “La cura del gorilla”, con Claudio Bisio.
Nel 2005 ha fondato a Roma una sua scuola: “Kledi Dance”. Nel 2009 ha pubblicato l’autobiografia “Meglio di una favola”, per la quale ha ricevuto il premio Elsa Morante. Da sempre impegnato nel sociale, nel 2010 l’Unicef lo ha voluto come testimonial per la campagna “Io come Tu – mai nemici per la pelle”, nata con l’intento di promuovere un cambiamento sociale che prevenga atteggiamenti discriminatori nei confronti di bambini e adolescenti vulnerabili. Ultimamente è divenuto testimonial per la campagna di salvataggio dei cani galgos, i levrieri spagnoli utilizzati per la caccia alla lepre, che, quando non sono più performanti o rimangono feriti, vengono torturati e uccisi. Una tradizione barbara e crudele che ancora continua nel silenzio totale della Comunità Europea. Solo le associazioni private degli animalisti cercano di salvare la vita di queste creature. A questo proposito Kledi ha recentemente pubblicato sui social alcuni splendidi scatti in cui danza con i galgos (foto di Matteo Danesin), una bella iniziativa per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica, e dare voce a chi non ne ha.
Oggi Kledi si dedica soprattutto all’insegnamento, nella sede della sua nuova scuola a Rimini, dove vive attualmente.
Ritieni che un personaggio dello spettacolo, o comunque un personaggio pubblico, debba essere socialmente impegnato?
Certamente non è un obbligo, ma vivere in un contesto sociale implica anche interagire, non rimanere chiusi in un ambiente che può anche sembrare privilegiato, e, per quanto possibile, dare un aiuto per un mondo migliore, dare voce a chi non ha voce. Nel mio piccolo, anche grazie alla notorietà, faccio quello che posso.
È anche per questo che hai deciso di partecipare alla campagna di sensibilizzazione sulla sorte dei cani galgos?
Sì. Sono venuto a conoscenza della terribile condizione di questi levrieri in Spagna, torturati e uccisi quando non servono più. Fra le associazioni di attivisti che cercano di fare qualcosa, FBM Odv è un’associazione italiana no profit che affianca il rifugio di Siviglia, Fundaciòn Benjamin Mehnert, che recupera e cura i cani feriti e abbandonati. Spero che questa barbara usanza venga messa al bando al più presto. Gli animali sono esseri senzienti come noi, meritano maggior rispetto.
In questo periodo segnato dalla pandemia da Covid il tuo settore è stato uno dei più colpiti. Come hai risolto per esempio con i tuoi corsi di danza, hai utilizzato anche tu la tecnologia?
Ci sono cose che la tecnologia non può sostituire. Lo spettacolo dal vivo, e la danza in particolare, hanno bisogno del rapporto con il pubblico per funzionare. Per l’insegnamento ancora di più. Sono contrario alle lezioni online, non le ritengo adatte alla danza, per fortuna ora potremo riprendere con gli stage dal vivo. Lo stesso vale per gli eventi.
Oltre a riprendere gli stage che ti vedono impegnato in tutta Italia, stai organizzando spettacoli per quest’estate?
Sì, uno a cui tengo molto si terrà qui a Rimini il prossimo 26 Luglio: Danzano le stelle a Rimini. Si tratta di un evento che vedrà sul palco tante ètoiles, che hanno aderito anche a livello internazionale. Per citarne alcuni: Alessandro Frola dell’Hamburg Ballet, Nicola Del Freo del Teatro alla Scala, Lorenzo Alberti del balletto di Dresda, Arianna Martini di Rimini, e molti altri. Il 26 Agosto inoltre stiamo organizzando un Gala dedicato a Carla Fracci, che si terrà a Cervia, in piazza Garibaldi, con tanti ospiti illustri che porteranno il loro tributo di testimonianze, alla presenza del marito Beppe Menegatti. Avremmo voluto che ci fosse stata la sua presenza, è stata un’artista incomparabile, ha lasciato un gran vuoto nel mondo della danza.
E poi c’è la ripresa dei tuoi corsi. Come ti senti nelle vesti di insegnante?
Bene, adoro il rapporto con i piccoli. Ma anche con gli allievi adulti. Ho sempre pensato che la danza fosse uno strumento utile per insegnare rigore, padronanza di sé, costanza e dedizione allo studio. Mi piace condividere la mia esperienza, aiutare le nuove generazioni. La danza è una disciplina che insegna a superare tante difficoltà, può fare la differenza nella vita.
E se un tuo figlio scegliesse di percorrere la tua strada, ne saresti contento?
La mia primogenita, che ha cinque anni, già lo fa. Ha appena partecipato a un saggio di danza. Comunque lascerei piena libertà di scelta ai miei figli in qualunque campo volessero cimentarsi.
Un messaggio augurale per il futuro della danza e dello spettacolo dal vivo?
Un desiderio, anzi richiesta: vorrei che le istituzioni dessero più sostegno al nostro settore, che destinassero più fondi anche alla danza, e non solo alla lirica che già usufruisce di sostegni importanti dallo stato.