Nata a San Francisco nel 1938 da una coppia di immigrati di origine sovietica, Natalia Nikolaevna Gurdin, debutta sul palcoscenico a soli cinque anni. Furono gli ambiziosi genitori a spingerla così presto verso la carriera artistica, a costo di sacrificarne l’infanzia. Destino simile a quello già toccato ad altre artiste, come Judy Garland. Sempre a cinque anni, la madre le procurò un provino con il regista Irvin Pichel per il film “Happy land”. Pichel fu colpito da quella bambina dall’aspetto fragile e delicato, con due enormi occhi scuri che le “mangiavano” il viso, e che sapeva già cantare e ballare. La prese per una parte marginale, ma convinse i genitori a trasferirsi a Hollywood, sicuro di aver fiutato un precoce talento da coltivare, una possibile “gallina dalle uova d’oro”. Tre anni dopo, sempre Pichel la scritturò per affiancare Orson Welles in “Tomorrow is forever”. Era il 1946: fu un battesimo professionale d’eccellenza per Natalia, che divenne Natalie Wood. Già da allora, la piccola Natalie risultava particolarmente intensa nelle sue interpretazioni: si impose ben presto tra i giovanissimi talenti di Hollywood, dimostrandosi in grado, malgrado la giovane età, di saper affiancare i più grandi interpreti del cinema americano come: John Wayne, Tony Curtis, Bette Davis, James Stewart, Warren Beatty, e tanti altri. Natalie possedeva la dote innata della versatilità, e una grande empatia interpretativa. Pur mantenendo una propria vivacità e un alone da attrice spumeggiante, nel corso della carriera avvolse i suoi personaggi da un’ombra di inquietudine, a causa probabilmente di un vissuto personale non proprio felice, che arricchì tuttavia la sua recitazione, soprattutto nelle parti drammatiche. Ma la popolarità di pubblico e critica giunse al culmine quando fu scelta per interpretare con James Dean quello che sarebbe diventato il film-cult di intere generazioni: “Rebel without a cause” (Gioventù bruciata) di Nicholas Ray. Qui impersonò Judy, la studentessa incompresa dalla famiglia che si innamora del giovane ribelle interpretato da James Dean. Per questa interpretazione avrebbe ottenuto la prima nomination all’Oscar. Nel 1957 sposa un collega, l’attore Robert Wagner, noto più che per il talento per essere protagonista di gossip, scandali e risse, perlopiù legati all’abuso di alcool. Natalie ne era molto innamorata, ma l’unione si sarebbe dimostrata nel tempo parecchio burrascosa, tempestata da liti dovute sia alla professione che alla sfera privata, condita da tradimenti e….botte. Di li a poco i due avrebbero divorziato. L’attrice continua con determinazione la sua carriera, ancora di salvezza per sopravvivere all’infelicità privata. Un’ulteriore conferma che fosse nata una stella tra le giovani promesse di Hollywood venne a breve, con l’interpretazione di “West side story” (1961), rilettura in chiave musical della storia di Romeo e Giulietta, ambientata tra le bande giovanili di una New York contemporanea, dove Natalie ebbe modo di mostrare anche le doti di ballerina e cantante. Fu un trionfo.
Nello stesso anno ci sarebbe stato un altro successo: “Splendore nell’erba” di Elia Kazan, dove affiancava Warren Beatty nel ruolo di una ragazza ipersensibile e problematica ai limiti della nevrosi e, tanto per cambiare, incompresa dalla famiglia che ne avrebbe determinato la rovina. Un ruolo complesso e drammatico, reso con un’empatia che, come avrebbe testimoniato la sorella dopo la scomparsa dell’attrice, in qualche modo rifletteva un vissuto di incomprensioni familiari, e probabili molestie sessuali subite in un ambito lavorativo, non nuovo a prevaricazioni e ricatti di ogni genere come quello Hollywoodiano. Nel frattempo divorzia da Wagner. Anche per questo film ci sarebbe stata una nomination all’Oscar. Ma ce ne furono anche altre, per “Strano incontro” con Steve McQueen nel 1963, e per “Questa ragazza è di tutti”, di Sidney Pollack, accanto a Robert Redford, dove interpretava una ragazza in difficoltà durante la grande depressione. Sposa il produttore Richard Grenson, da cui ha la figlia Natasha, ma divorzia subito dopo. Nel 1972 il destino la fa incontrare con l’indimenticato, unico grande amore della sua vita, Robert Wagner: i due decidono di risposarsi.
Da questa riconciliazione nasce la seconda figlia di Natalie: Courtney. Malgrado il consolidato successo, durante gli anni settanta Natalie dirada gli impegni con il cinema, dedicandosi perlopiù alle figlie e a interpretazioni di serial televisivi. Anche per queste interpretazioni riceve consensi di pubblico e critica. Nel 1980 ottiene il “Golden Globe” per la serie tv “From here to eternity”. Seguono altri serial di successo. Durante le riprese di uno di questi, il fantascientifico “Brainstorm”, avviene il fatale incidente che ne avrebbe causato la morte: nei pressi dell’isolotto di Santa Catalina, lungo le coste della California, Natalie cade dallo yacht del marito e annega. Il corpo viene ritrovato su una spiaggia poco distante, con a fianco un gommone di salvataggio proveniente dallo yacht stesso. Era il 29 Novembre del 1981. Natalie aveva 43 anni ed era al culmine di una brillante carriera. Sullo yacht erano presenti Robert Wagner e Christopher Walken, comune amico con cui l’attrice stava girando proprio l’ultimo serial tv.
Durante l’inchiesta i due dichiarano entrambi di non essersi accorti di nulla. Natalie si sarebbe allontanata senza avvertire nessuno. Nella versione del marito, avrebbe tentato da sola di recuperare un gommone di salvataggio dello yacht che si stava staccando, poi aveva perduto l’equilibrio, forse per aver bevuto un po’ troppo quella sera, e questo avrebbe provocato la disgrazia. Le testimonianze di Wagner e Walken combaciarono perfettamente, malgrado un po’ inverosimili…solidarietà maschile? Comunque l’inchiesta venne chiusa. Da subito la sorella dell’attrice si dichiarò però dubbiosa rispetto alla sentenza ufficiale di incidente. Ancora oggi la sorella Svetlana, anche lei attrice nota come Lana Wood, conferma che Natalie aveva paura dell’acqua, non era una buona nuotatrice, e da sola non si sarebbe certo avventurata con un gommone per andare chissà dove al buio, e in caso si sarebbe rivolta a uno degli uomini presenti per segnalare che il gommone si stava staccando dall’imbarcazione. Nel 2013 ottiene una riapertura dell’inchiesta. Viene nuovamente interrogato il comandante Dennis Darven, anche lui presente sull’imbarcazione, che questa volta ammette di aver sentito Natalie e il marito discutere animatamente quella sera: lui l’avrebbe accusata di flirtare con Walken. Sembrava una scenata di gelosia. Inoltre dalla nuova autopsia sarebbe risultato che Natalie aveva lividi sulle braccia e sul collo, compatibili con una colluttazione più che con una caduta in mare. Robert Wagner ha continuato però a negare qualsiasi responsabilità in merito alla vicenda, e le scarse prove coadiuvate dalla testimonianza connivente di Walken, hanno condotto le autorità a chiudere nuovamente l’inchiesta. Non contenta e decisa ad andare sino in fondo, Lana ha insistito perché venisse annullata anche quest’ultima sentenza. Nel 2018 ha ottenuto di nuovo la riapertura dell’inchiesta, ma il mistero non è ancora stato risolto. Robert Wagner è stato citato di nuovo come personaggio coinvolto nelle indagini, tutto sembra incolparlo. C’è chi lo ritiene colpevole, considerati anche i trascorsi burrascosi del rapporto con la moglie, i tradimenti, l’abuso di alcool, i maltrattamenti testimoniati da Lana. C’è chi lo ritiene invece innocente, come la figlia avuta da Natalie, Courtney, che ha deciso di rimanere ancora oggi schierata dalla parte del padre, che lo scorso 10 febbraio ha compiuto novant’anni, in questa triste vicenda tuttora irrisolta. Nel frattempo, in attesa che emerga finalmente una verità che renda giustizia all’artista prematuramente scomparsa, Natalie riposa al Westwood Memorial Park di Los Angeles. Sulla sua tomba c’è sempre un fiore, e nel silenzio pare di udire la voce di Jim, l’eroe ribelle di Gioventù bruciata interpretato da James Dean, che dice alla sua Judy: “Noi non ci sentiremo più soli ormai. Mai più. Né tu né io”.