Linda Susan Boreman, in arte Linda Lovelace, nacque a New York, nel famigerato Bronx, il 10 gennaio del 1949. Proveniva da una famiglia modesta, cattolica osservante, ai limiti dell’integralismo. La severa madre Dorothy le insegna il pudore, l’obbedienza e la reverenza verso gli uomini. Il padre, un ufficiale di polizia, è sempre assente. Nella scuola cattolica che frequenta, Linda viene presa in giro dai compagni per la sua situazione familiare di estremo puritanesimo e per la sua timidezza, viene soprannominata “Miss Holy – Holy” (la santarellina).
Linda è insofferente e inquieta, si sente oppressa. A 19 anni, rimane incinta, e si ritrova da sola, abbandonata dal fidanzato e dalla madre, che minaccia di cacciarla di casa per lo scandalo. La famiglia la costringe a dare in adozione il piccolo, Linda è minorenne e non può rifiutarsi. È un grande trauma che l’avrebbe segnata per tutta la vita. Non contenta, per farle scontare il peccato mortale, la madre affida la figlia disobbediente ai servizi sociali. Dopo un periodo sotto stretta sorveglianza, tornata a casa, la ragazza è vittima di un grave incidente stradale. Viene ricoverata e sottoposta a una trasfusione che si rivelerà fatale per la sua salute. Il sangue infetto da epatite, anni dopo, le avrebbe comportato un trapianto di fegato. In questo periodo, casualmente, conosce un uomo diverso dall’ambiente che è solita frequentare. È carismatico, affascinante, fa un mestiere intrigante, è regista cinematografico: Chuck Traynor. Lui è galante, la corteggia, le fa tanti regali, e la convince a sposarlo. Nell’illusione di emanciparsi, di fuggire da una famiglia opprimente, di intraprendere una carriera artistica, Linda accetta. Ben presto però Chuck svela la sua vera natura: è legato alla nascente industria del porno, gestita dalla malavita, ha un giro d’affari a dir poco loschi nell’ambiente della prostituzione. Organizza festini e fornisce ragazze e droga a registi conniventi per realizzare filmini porno, come Gerard Damiano, che avrebbe realizzato il porno-cult “Gola Profonda”.
Con Traynor avrebbe girato le pellicole hard: “Dogarama” e “Piss Orgy”. Negli anni ’70 le pornostar vivevano in un mondo di gran lusso ostentato, ma spesso nella realtà erano vittime di ogni genere di abuso. In quel periodo storico non c’era la lucida consapevolezza di chi sceglie questa strada al giorno d’oggi, sia pure con i prevedibili condizionamenti. Nella maggior parte dei casi si trattava di giovani (anche uomini naturalmente) sprovvedute, provenienti dalla provincia o da quartieri popolari e disagiati, come Linda, che si recavano in città e accettavano di sottoporsi a umilianti provini, nell’illusione di fare vero cinema, finendo reclutate dal mondo del porno. Il cinema si faceva, sì, ma di basso livello. E quello che si celava dietro questo business era terribile. Una delle testimonianze più significative di questo mondo sarebbe stata proprio la biografia-denuncia che Linda avrebbe scritto qualche anno dopo, pubblicando “Ordeal”. Minacciata e picchiata dal marito, Linda è costretta a diventare un’attrice hard. È Chuck che la presenta a Damiano, che forte della convinzione che siano maturi i tempi – in quel periodo, tra le varie storiche manifestazioni, c’erano quelle sulla liberazione sessuale, promosse anche dai movimenti femministi e per i diritti degli omosessuali – per realizzare un film audace e di rottura: “Gola Profonda”. Paradossale, ai limiti del ridicolo, il soggetto narrato: una giovane donna, sessualmente insoddisfatta, scopre durante una visita medica che il suo problema consiste nel fatto di avere una clitoride posizionata nella gola, anziché tra le gambe. Il medico la convince che l’unico modo per raggiungere la soddisfazione sessuale per lei sarà quella di praticare la fellatio. Chuck presenta la moglie a Damiano, che per lanciarla le muta il nome in Lovelace. Il resto è storia. Sebbene girato con pochi mezzi, “Gola Profonda” incassò 600 milioni di dollari, destò un grande scalpore e divise letteralmente in due l’opinione pubblica americana. Linda fu liquidata con soli 1.200 dollari. Durante l’amministrazione Nixon, il film per molti rappresentò un evento deflagrante, che avrebbe dato uno scossone al puritanesimo imperante, di cui il Presidente era il principale portavoce.
La prima proiezione del film avvenne il 12 giugno del 1972, in un affollatissimo cinema di Times Square. Subito dopo fu perseguito dalla censura, e fu lo stesso Presidente Nixon a lanciare una vera e propria guerra mediatica, per rassicurare la parte conservatrice del suo elettorato. Tra il pubblico a favore di questo esperimento di sdoganamento della libera sessualità, c’erano anche figure importanti e intellettuali, come Norman Mailer e Jacqueline Kennedy. L’argomento sesso era diventato di pubblico dominio, e Linda, che era diventata il simbolo di uno scontro culturale, sia pure inconsapevolmente e involontariamente, per un periodo si lasciò andare a eccessi e uso di droga, abbandonandosi a una sorta di stordimento. Nel frattempo la proiezione del film fu proibita in 30 città, ma lo scalpore mediatico cresceva. Gli storici, ancora oggi, fanno notare le strane coincidenze relative a eventi concomitanti, che avrebbero dovuto far indignare e discutere di più la gente. Tra queste, il caso Watergate: l’abuso di potere di un Presidente che distraeva l’opinione pubblica, sventolando la bandiera del paladino sdegnato contro il degrado dei costumi. E oltre a questo, c’era la guerra in Vietnam, una tragedia senza fine che aveva coinvolto più di una generazione. Alcuni movimenti di liberazione sessuale, così come alcuni media, avevano consacrato Linda Lovelace come un’entusiasta eroina della liberazione sessuale. Ma dietro quella che era diventata una star mondiale del cinema hardcore non tutti sapevano che c’era una donna infelice, manipolata da un marito violento. Altro che icona della libertà sessuale.
Quando riuscì a divorziare da Chuck Traynor, venne fuori un’altra verità: da quando aveva accettato di sposarlo e sino al divorzio, Linda era sopravvissuta a un inferno di ricatti e abusi. Aveva in un primo tempo cercato anche di confidarsi con la madre, che non si era mostrata accogliente, né fu in grado di starle vicino nel tentativo di liberarsi del marito. Nel libro “Ordeal”, Linda avrebbe raccontato la sua storia: “Dopo il matrimonio, quando reagii alle sue proposte dicendogli che non volevo essere coinvolta nel suo giro di prostitute, e che volevo lasciarlo, Chuck mi riempì di botte. Divenni sua prigioniera, non mi permetteva di uscire da sola. Potevo usare il bagno solo se mi controllava da un buco nella porta. Di notte mi dormiva addosso, e ascoltava le mie telefonate puntandomi contro la pistola. Mi isolò dalle amicizie, mi iniziò alla prostituzione, chiudendomi in una stanza con cinque uomini che mi trattavano come una bambola gonfiabile. Subii per la prima volta il sesso anale. Non mi ero mai sentita così umiliata e spaventata. In seguito ho accettato di partecipare ad atti sessuali a scopo pornografico, ma per paura che mi uccidesse. La mia vita era in costante pericolo. Aveva minacciato anche la mia famiglia”. Una vicenda personale la sua, con lo sfondo di una profonda crisi etica e sociale che avrebbe comportato grandi svolte per l’America di quegli anni. Dopo la pubblicazione di “Ordeal”, Linda divenne a tutti gli effetti un riferimento importante per i movimenti femministi dell’epoca, una vera e propria icona. Persona, non bambola gonfiabile, donna soggetto, non donna oggetto. Nel libro, e nelle conferenze che tenne a seguire, Linda denunciò non solo la mercificazione del corpo femminile, ma anche, e con coraggio, la connivenza dell’industria del porno con la malavita, e con la politica corrotta. Dopo il divorzio da Traynor, inizia un periodo di relativa tranquillità per Linda. Conosce Larry Marchiano, un semplice tecnico, e lo sposa. Nascono due figli: Dominic, nel 1977, e Lindsay, nel 1980. Il matrimonio va avanti qualche anno con apparente serenità, Marchiano sembra un buon padre e un marito presente. Tuttavia nel 1996 Linda chiede il divorzio. Le motivazioni: dopo un tracollo economico, Larry ha iniziato a bere, è diventato irascibile con i bambini e violento con la moglie. Linda è di nuovo sola. Nel frattempo ha dovuto intraprendere il trapianto del fegato, ma le disavventure non sono finite purtroppo. Il 22 aprile del 2002 un altro incidente stradale la vede coinvolta a Denver. Le sarà fatale: Linda muore a 53 anni. Al suo capezzale i figli, e l’ex marito Larry.
Nel 2013 i registi Robert Epstein e Jeffrey Friedman hanno realizzato il film biografico “Lovelace”.