L’immenso continente asiatico visto dagli occhi di una grande scrittrice attenta e sensibile alle bellezze naturali, ma anche alle sue condizioni umane e sociali.
Che la scrittrice Dacia Maraini abbia il viaggio nel DNA non è difficile da immaginare. Figlia del grande antropologo e scrittore Fosco Maraini, sin da piccolissima ha respirato in un ambiente multiculturale, aperto e curioso di tutti gli aspetti che spesso sfuggono a chi viaggia per puro diporto. Certo anche gli anni della prima infanzia vissuti in Giappone, purtroppo come internata insieme alla famiglia in un campo di concentramento per prigionieri di guerra – il padre era un dichiarato antifascista e antinazista e in quel periodo l’Italia fascista era alleata con la Germania e il Giappone – ha ugualmente segnato la sua vita. Ma pur avendo vissuto quel dramma, la scrittrice non ha mai disconosciuto il fascino di quella civiltà così apparentemente lontana dalla nostra. Una civiltà ricca di tradizioni, di rituali, di poeti e paesaggi fantastici. Durante tutta la vita ha continuato a viaggiare in giro per il mondo, in età adulta accompagnando grandi anime, come amici e non solo: Alberto Moravia, Pierpaolo Pasolini, Maria Callas. Con loro ha condiviso esperienze indimenticabili, sempre alla ricerca di un contatto vero con umanità, culture, modi di vivere e concepire la vita diversi.
In questa sua ultima fatica letteraria, “Sguardo a Oriente”, raccoglie reportage giornalistici, ricordi e racconti su Afghanistan, Cina, Corea, Giappone, India, Iran, Palestina, Pakistan, Siria, Tibet, Turchia, Vietnam, Yemen, Israele. Il respiro della grande narrativa, sotteso ai racconti, evidenzia emozioni e stati d’animo che raccontano la storia di Paesi lontani, ma anche la storia di Dacia stessa, attraverso il suo sguardo attento pieno di empatia. Empatia verso tanti popoli ancora vittime di ingiustizie sociali e guerre, come l’Afghanistan e la Siria, dove l’emancipazione femminile sembra una vana speranza, e le donne soffrono la segregazione e la violenza di regimi talebani o apparentemente democratici, come in Turchia o in Iran. Ma i racconti ci restituiscono anche i colori, gli odori, i suoni, persino i sapori, materializzando agli occhi del lettore un continente contraddittorio nelle sue disparità, ma ricco di cultura e fascino, come per esempio l’India: “Calcutta è una città disordinata e caotica. La cosa che più colpisce è la sua sonorità. Le strade sono invase da automobili schiamazzanti che corrono, si sfiorano, gli autisti si sporgono urlando e continuano a premere la mano sul clacson…Più inquietanti i risciò traballanti: una portantina di legno tenuta su da due lunghe aste alle cui estremità sta un uomo magrissimo e seminudo, spesso anche scalzo. D’improvviso quando meno te lo aspetti ecco apparire in mezzo a questo traffico aggrovigliato e confuso, un enorme elefante che batte i piedi larghi sull’asfalto, tenuto a bada dalla frusta di un indianino seduto sulla sua groppa rugosa…Il rumore assordante che sale dalla città bassa si intreccia continuamente con il rumore fragoroso che proviene dall’alto dal cielo. Sono i corvi, i veri padroni di Calcutta: protervi ladri sicuri di sé, volano basso posandosi a due centimetri dai tuoi piedi, senza paura di niente”.
Terre lontane, paesi sicuramente da esplorare, anche attraverso la lettura di un libro tanto intrigante.
TITOLO Sguardo a Oriente. Reportage, ricordi, racconti di un continente affascinante
AUTORE Dacia Maraini
CURATORE Michelangelo La Luna
EDIZIONI Marlin
COLLANA La camera del fuoco
PAGINE 𝟐𝟒𝟎
PREZZO 17 euro
IN COMMERCIO DAL 19 maggio 2022