Quando la gallina è felice l’uovo è perfetto!
Il paradiso delle galline ovaiole si trova in provincia di Lecce: più che un allevamento è un vero e proprio parco, dove le galline hanno a disposizione comode casette di legno e ben 30 mila metri quadri per scorrazzare come vogliono. Salvare dal macello le galline considerate improduttive, e recuperare razze antiche e autoctone, è alla base di questa impresa, frutto di anni di ricerche sostenute da una grande passione per la natura, alla ricerca di una ritrovata armonia e convivenza sostenibile per ambiente, animali e uomo.
Incontriamo l’ideatore di questo progetto, Giulio Apollonio.
Come è nata l’idea di questa singolare impresa?
All’inizio lavoravo per un’azienda di catering. Acquistavo materiali primi per la confezione del cibo. Così venni a conoscenza di un uovo particolare, certificato bio, che una famosa azienda, di cui non faccio il nome, affermava essere prodotto da galline allevate a terra e non in modalità intensiva. L’uovo in questione era più caro degli altri. Incuriosito andai a cercare questa azienda, e con gran delusione vidi che in realtà, anziché pascoli e campi aperti, c’erano dei capannoni, dove le galline erano costrette a vivere e a mangiare mangimi preparati. Niente era realmente bio. Così decisi di iniziare quello che mi sembrava un esperimento, anzi una sfida. Non ero pienamente soddisfatto del mio lavoro, anche se mi consentiva un buon guadagno. Di base ho sempre amato e rispettato gli animali, e mi venne l’idea di realizzare qualcosa che potesse essere, oltre che un guadagno, un’impresa etica, che comportasse al 50% il benessere degli animali e per l’altro 50% il benessere dell’ambiente.
Come definirebbe oggi questa sua impresa?
Certamente non è un allevamento come gli altri. Qui le mie galline vivono in uno stato di libertà totale. Razzolano, cacciano, covano solo quando ne hanno voglia. Vengono trattate alla pari dei nostri animali da compagnia domestici. Alcune provengono da allevamenti tradizionali, altre sono razze antiche recuperate.
Un modo di vivere realmente biologico quindi.
In Italia in realtà ci sono difficoltà a realizzare il vero biologico, soprattutto per quello che riguarda gli animali. Per esempio, per quanto concerne le galline, la gente non sa che in natura le galline hanno un ciclo di produzione di non più di 7 o 8 mesi. In inverno difficilmente fanno uova, soprattutto quando le loro energie sono convogliate nella muta dovuta al freddo. Non a caso la Pasqua è il periodo delle uova storicamente. Le galline che vivono all’aperto rispettano questi cicli, per cui se la produzione rimane invariata anche durante l’inverno, si tratta in realtà di uova che provengono da galline trattenute nei capannoni ed esposte alla luce artificiale. E questo non può certo definirsi un procedimento bio, anche se viene certificato come tale. L’industria ha creato delle vere e proprie macchine da produzione, ha snaturato l’essenza animale, privilegiando alcune razze a scapito di altre, e questo comporta conseguenze sia per il benessere degli animali che per quello degli umani che si cibano dei loro prodotti. Nella produzione standard, le galline cosiddette ovaiole vengono sollecitate a produrre uova tutto l’anno, e a cibarsi di mangimi creati ad hoc per questa attività. Una volta sfruttate per un periodo più o meno lungo, vengono destinate al macello. Da noi le galline muoiono di vecchiaia.
Allora la vostra produzione è rivoluzionaria rispetto a quelle industriali che troviamo nella grande distribuzione.
Innanzitutto la nostra è una produzione artigianale, non industriale. Negli allevamenti tradizionali non c’è spazio per la visione etica del trattamento gli animali. Sono andato controcorrente rispetto a certi concetti, per questo ho anche acquistato galline provenienti da allevamenti tradizionali, e ho dimostrato che possono deporre uova e anche covare più a lungo di quanto il destino determinato dall’uomo imponga, e questo soprattutto se reintrodotte in un ambiente naturale favorevole. L’unica difficoltà che ho notato è stata quella di farle abituare al cibo da pascolo e alle granaglie naturali, perché il loro apparato digerente era ormai modificato dai cibi preparati, dopo un po’ però hanno superato anche questa prova con successo. Anche per questo le nostre uova hanno un sapore e un potere nutrizionale diverso. Tutto dipende da come vivono e da come mangiano i nostri animali. Muovendosi realmente all’aperto producono meno grassi, le nostre uova hanno un basso tasso di colesterolo, sono più digeribili e magre di quelle in commercio.
Si potrebbero definire uova perfette?
Creare l’uovo perfetto per me è stata una scommessa in cui ho sempre creduto. L’uovo perfetto è un alimento ecologico e sostenibile. All’inizio tutti mi scoraggiavano, i veterinari, le Asl che mi dicevano che non era possibile tenere delle galline allo stato brado. Sono riuscito a superare queste opinioni avverse dimostrando il contrario. L’industria ha creato macchine da cova, io ho cercato nel mio piccolo di capovolgere tutto: per esempio facendo accoppiare galline che abbiano un istinto di cova spontaneo, senza forzarle. Attraverso vari incroci di razze, mi è capitato di avere anche delle uova colorate, verdi o azzurrine per esempio. Generazione dopo generazione si è creato questo fenomeno singolare. Negli allevamenti intensivi alle galline, anche quando lo vogliono, viene impedito di covare. Devono lasciare il posto alle altre come in un processo da catena di montaggio. Quando prendo delle galline cerco sempre di scegliere delle varietà genetiche diverse. Ho osservato che in questo modo, accoppiandosi, vengono fuori dalle cove pulcini sempre più resistenti. Oggi la forbice di chi presta più attenzione è sempre più differenziata. Da una parte ci sono quelli che si lasciano trascinare dalla pubblicità dei media, martellante e quotidiana, che favorisce la grande distribuzione, dall’altra c’è un pubblico crescente che presta sempre più attenzione alla qualità, e anche all’etica legata alla filiera di produzione.
Qual è la tipologia del cliente che si rivolge a voi, e da quali aree geografiche avete più richieste?
Abbiamo una clientela in Italia, soprattutto in grandi città come Roma, Milano, Torino, e anche all’estero, in Europa, Olanda e Gran Bretagna. In Germania sono meno sensibili. Per quello che riguarda la vendita, essendo il nostro prodotto artigianale e limitato nel tempo, preferisco i gruppi d’acquisto.
Una corretta informazione alimentare, magari a partire dalle scuole, potrebbe avere vantaggi circa la consapevolezza di un atteggiamento corretto e sostenibile nella gestione degli animali coinvolti nel ciclo agroalimentare?
Ho avuto anche incontri con universitari, alla facoltà di veterinaria di Bologna per esempio. Il problema è che purtroppo, anche in queste facoltà, le lobby dell’agroalimentare la fanno da padrone, per cui è difficile confrontarsi con certi argomenti, c’è una sorta di censura.
Avete mai utilizzato dei medicinali in caso di necessità?
Abbiamo sperimentato, per esempio, che i nostri animali sono sensibili e meno resistenti agli antibiotici, questo perché non ne usiamo, a differenza degli allevamenti tradizionali e intensivi. Questo comporta che anche l’uomo cibandosi di questi prodotti assuma indirettamente gli antibiotici, che provocano danni anche agli umani.
La vostra è un’impresa a carattere familiare?
La nostra è un’impresa in crescita, non solo familiare, ha dei dipendenti, anche perché il lavoro durante tutto l’anno è molto impegnativo.
Tra le galline presenti in questo parco, destinate al macello perché considerate improduttive, troviamo anche razze pregiate come la Araucana, e razze antiche come le classiche livornesi e la “ISA Brown”. Se vi trovaste nei pressi di Cutrofiano, in provincia di Lecce, potreste andare a far visita alle galline del Casale uovo perfetto, e approfittarne per raccogliere direttamente le uova fresche di giornata. Un’esperienza indimenticabile.