È certamente uno dei più appassionanti cold-case della storia, quello sulla prematura e misteriosa morte di Mozart. Le congetture che si sono avvicendate sulle vere ragioni della sua morte sono varie: avvelenamento da mercurio, a quei tempi abusato per la cura delle malattie veneree e non solo, una morte su commissione di esponenti della massoneria, di cui Mozart stesso faceva parte, vendetta di qualche marito geloso, il libertinaggio del compositore era noto a tutti, come era noto che fosse pieno di debiti di gioco. E poi c’è anche il mistero di un funerale troppo defilato e modesto, rispetto a quello che ci si sarebbe aspettato per un personaggio di tale popolarità.
Pare che fu un medico e amico di famiglia, un certo Van Swieten, che aveva tenuto in cura Mozart negli ultimi tempi, a consigliare la moglie del musicista per un funerale povero e frettoloso, forse perché così il cadavere non sarebbe stato esaminato per appurare le cause del decesso e non venisse coinvolto in uno scandalo giudiziario.
Ma un altro personaggio, anch’egli compositore oltre che maestro di musica a corte, avrebbe sovrastato tutte le altre congetture su eventuali colpevoli: il musicista italiano Antonio Salieri.
Era noto a tutti quanto Salieri criticasse i comportamenti esagerati, grossolani e fuori luogo del giovane talentuoso. La volgarità dell’eloquio, il libertinaggio, la mania del gioco, gli atteggiamenti sprezzanti nei confronti degli altri musicisti, erano assolutamente deprecabili per lui. Lo trovava arrogante e presuntuoso, riconoscendone tuttavia il genio creativo. Una genialità che lo stesso Salieri aveva chiaro che lui non avrebbe mai raggiunto. Grande maestro e mentore di artisti dello spessore di Beethoven e Liszt, Salieri avrebbe preso a cuore la formazione musicale di un figlio di Mozart: Franz Xavier. Pare che fu Mozart stesso ad affidarglielo in punto di morte.
Lo spettacolo scritto da Vittorio Cielo, attraverso I Quaderni di Conversazione di Ludwig van Beethoven e un vasto materiale biografico, racconta il punto di vista di Antonio Salieri sulla vita del suo giovane antagonista: Wolfgang Amadeus Mozart. Un testo che risponde a domande come: Mozart era povero? Il grande Haydn visse con molto meno. Era un bambino prodigio? Falsificava età e esami di musica. Salieri era un mediocre? Tuttavia fu maestro di Beethoven e di Listz e molto apprezzato a corte.
A dar corpo e voce al maestro Salieri, un Ennio Coltorti, che cura anche la regia, al meglio della oramai riconosciuta poliedricità, in grado di suggerire dubbi, suscitare emozioni, ilarità e malinconia, come solo un grande interprete sa fare. Il livello di empatia dell’interpretazione si evidenzia anche nella regia accurata. La messinscena vanta la musica dal vivo che esalta la suggestione dello spettacolo che sfata, con umorismo e acume, un mito del ‘700.
Lo spettacolo è andato in scena lo scorso luglio nell’ambito della rassegna “I solisti del teatro” a Roma.
Nell’ambito della rassegna
I SOLISTI DEL TEATRO
ENNIO COLTORTI
in
“Mozart Chi? Due paroline al Maestro Salieri”
di Vittorio Cielo
Regia Ennio Coltorti
Musiche eseguite dal vivo al pianoforte Laura Baldassarre, al flauto Francesca Donati.