Curiosa e ambiziosa, dall’indole romantica, Silvia Bianciardi decide, 15 anni fa, di intraprendere la carriera della Wedding Planner, ancora agli albori e sconosciuta, fondando una delle prime agenzie del territorio piemontese: Sposiamo Torino. Arrivato il successo, Silvia si mette alla ricerca di una figura con cui condividere “gioie e dolori”, traguardi e perplessità. E così è stato. Oggi Silvia e la sua socia Tiziana offrono un servizio di consulenza per l’organizzazione dei matrimoni, basato su una conoscenza capillare del territorio e dei servizi offerti dal settore, per offrire la migliore soluzione senza lasciare nulla al caso. Grazie ad una consolidata esperienza, un aggiornamento costante, unito ad una profonda professionalità, Silvia e Tiziana accompagnano le coppie di sposi lungo il cammino che le condurrà al giorno delle nozze.
Incontriamo Silvia per farci raccontare particolarità, aneddoti, curiosità e molto altro sul suo affascinante lavoro.
Quando hai iniziato, 15 anni fa, aprendo una delle prime agenzie di organizzazione matrimoni nel territorio piemontese, la figura del Wedding Planner era poco diffusa in Italia, e ancora oggi è una professione che non tutti conoscono, come mai hai scelto di intraprendere questa strada?
Guardando al futuro, ho sempre pensato che l’innovazione del prodotto sta nel servizio. Puntare sull’erogazione di un servizio mi è sempre sembrata la scelta ideale per seguire il trend di sviluppo del nostro quotidiano. Considerando che vengo dal mondo della ristorazione, quindi l’arte del ricevimento, mi è venuto naturale innamorarmi della professione del Wedding Planner. Era il servizio perfetto, che in Italia si stava allora affacciando, l’arte del ricevimento per eccellenza, e poi era romantico, proprio come me.
Perché è importante affidarsi a un Wedding Planner?
Per mille e una ragione, ma in primis perché nel matrimonio non c’è la possibilità di provare, cambiare o rifare, insomma il matrimonio non si avvale del claim: “soddisfatti o rimborsati”. No, purtroppo no. Ed un errore può costare la buona riuscita di tutto un evento, può costare la soddisfazione di ospiti e familiari, può costare irrimediabilmente la felicità degli sposi, che dovrebbero vivere una giornata indimenticabile per le sue bellezze, non per altro. È importante affidarsi ad un Wedding Planner per far sì che la giornata scorra nella totale serenità, nel controllo di tempi e avvenimenti, nell’audace pronto intervento in caso di piccole imperfezioni, nella garanzia che sia tutto come gli sposi hanno pianificato, sognato e investito tutte le loro energie.
Quali sono le fasi principali in cui si snoda l’organizzazione pratica di un matrimonio?
La time line perfetta per una buona organizzazione, che possa seguire un filo logico temporale ideale, parte dalla ricerca della location, la giusta cornice nella quale poter valorizzare “il capolavoro” che sarà il matrimonio nella sua completezza. Da questa bandierina, si snodano poi le varie strade di catering, fotografia e musica, al fine di “mettere al sicuro” i partner più adatti per la coppia, quelli che professano il loro stile, che assecondano i loro desideri ed hanno la perfetta empatia. Non sono particolari da sottovalutare. Proseguendo, ci si affaccerà su quello che è il mondo del dettaglio, per progettare gli allestimenti floreali, gli arredi, le rifiniture luminose, le partecipazioni, le bomboniere e tante altre finezze, che renderanno unico e personale l’evento sotto ogni aspetto. Infine, la parte più laboriosa, sarà quella in cui si detteranno orari e tempistiche di tutti i momenti che caratterizzeranno la giornata, in cui si definirà la disposizione dei tavoli, gli orari delle preparazioni e i ruoli di tutti i partner coinvolti.
Come si è evoluta la richiesta degli sposi in questi ultimi anni?
Non appena questa professione si è affacciata in Italia con un po’ di prepotenza, parliamo dei primi anni 2000, è stata più una moda che altro. Tutti le coppie, indistintamente, si affidavano al Wedding Planner che, precisiamo, essendo agli albori, era una figura professionale che incideva poco economicamente. Come tutte le mode, anche questa è passata. Intorno al 2010 è rimasta la necessità del Wedding Planner, della figura professionale che, nel frattempo, si è evoluta, si è preparata in maniera più approfondita e quindi più completa, riconosciuta da sempre un maggior numero di fornitori di servizi nozze. I cachet sono di conseguenza aumentati e l’utenza è stata quella di chi, assolutamente, cercava la perfezione, non aveva tempo di gestire le fasi organizzative, non aveva piacere di intraprendere un cammino tra le vie di un settore sconosciuto, ma soprattutto aveva veramente appreso l’importanza di questa figura. Oggi, in questo periodo storico straordinario che stiamo vivendo, il mercato, incluso quello del wedding, è molto cambiato. Ci sono regole sempre nuove, che si modificano repentinamente: green pass, super green pass, green pass limited edition, distanziamento di 1 metro, poi 2, poi vanno bene anche pochi centimetri. I matrimoni si celebrano ma non si festeggiano? O si festeggiano ma non si celebrano? Facciamo metà li celebrano e metà li festeggiano?? Insomma, un gran caos! Ci sono contratti con clausole Covid ben specifiche, che non sempre tutelano il committente. Ci sono lavoratori sempre più irascibili. Oggi gli sposi che richiedono il nostro supporto sono coloro che hanno trovato difficoltà ad interfacciarsi con i fornitori, che non sanno più a che decreto appellarsi o che hanno paura di perdere denaro, senza la clausola giusta nei contratti, sono coloro che diffidano un po’ di tutto e di tutti e cercano qualcuno con cui tirare un sospiro di sollievo e poter dormire sonni sereni.
La rivoluzione green sta influenzando anche il vostro settore?
Nella parte ristorativa, molto. La garanzia, per esempio, che il catering non userà plastica, ma solo compostabile, indirizza molto i clienti a scegliere la via più “green” rispetto ad altre. Ma non solo… anche la scelta di partecipazioni su carta riciclata, o meglio, la carta “seminabile”, va per la maggiore, e noi la consigliamo. Le lanterne luminose vengono ormai bandite, le bomboniere si preferiscono con prodotti commestibili, i petali al posto dei coriandoli. La risposta è: sì, influenza anche il nostro settore, ma ben venga che sia così!
Avete richieste dagli stranieri e, se sì, come cambia l’approccio rispetto agli italiani?
Il Piemonte è meno gettonato rispetto ad altre “destination wedding”. Solitamente gli stranieri che si sposano qui sono originari di queste zone, magari generazioni addietro. Chiedono eventi più festosi e meno impostati, non gradiscono rispettare le tradizioni della terra che li accoglie, ma bensì assecondare le loro. Non sempre sono tradizioni però che interagiscono adeguatamente con chi eroga il servizio. Un esempio pratico? Lo straniero vuole festeggiare in location fino all’alba, quasi tutte le location qui hanno un fine evento massimo per le ore 03:00, con l’obbligo di avere sicurezza e servizio catering sempre presente… un’economia che vede gli stranieri storcere il naso. Gli appuntamenti di persona diminuiscono e si prediligono le video call. Quando gli stranieri vengono in Italia lo fanno per pochi giorni e la concentrazione degli appuntamenti è più rigida.
Quali sono le location per matrimoni più gettonate a Torino e dintorni?
Il Piemonte è ricco di castelli e dimore Sabaude, le location di certo più ricercate e scelte. Sicuramente la prerogativa è quasi sempre un vasto spazio aperto, essendo il Piemonte ricco di parchi e aree verdi, ma la tendenza è comunque quella di ricercare l’ambiente perfetto rispetto a distanze e capienze, più che l’architettura in sé per sé.
Qual è la cosa più importante da tenere a mente quando si vuole organizzare un matrimonio?
“SE NON STAI PAGANDO PER UN PRODOTTO (o lo stai pagando molto poco), IL PRODOTTO SEI TU”. Gli sposi pensano sempre di essere stati più furbi quando riescono a scovare la location che costa la metà di altre o quando la cugina trova per loro un fotografo a 500 euro, album incluso, ma non è detto che siano stati più furbi… il più delle volte sono inciampati in incompetenza e impreparazione. Tutto deve seguire un filo logico, anche nei costi, che devono mantenere il trend del mercato per non rientrare nel discutibile.
A proposito di trend, quali sono quelli sulla scelta del cibo?
Gli sposi cercano di organizzare eventi molto più smart rispetto ad un tempo. Ecco perché prediligono aperitivi a buffet, più conviviali e di durata maggiore, per poi “snellire” il servito a tavola, quasi sempre non superando le tre portate. Il tutto per finire nuovamente a buffet, con torte nuziali, magari monoporzione, e finger di dessert. Imprescindibile un flair bartending e una disco dance capace di sfiancare anche l’ospite più strong!
I confetti sono ancora di moda?
Certe tradizioni difficilmente andranno a morire… ci sono anni in cui sono meno richiesti, vero, perché magari la moda in corso li sostituisce con M&M’s personalizzate o macarons colorati, ma loro sono sempre lì a difendere la loro storicità, anche solo in un angolino.
Mi racconti qualche aneddoto divertente o richieste particolari da parte degli sposi?
Gli sposi, a modo loro, ci sorprendono sempre con bizzarre richieste: da quella di arrivare in elicottero nei centri storici, al poter celebrare la cerimonia in posti inaccessibili anche al più audace degli scalatori! Sono sognatori… e chi siamo noi per infrangere i loro sogni? Piuttosto saremo quelle che faranno di tutto per realizzarli, magari smussando quegli spigoli che ne ostacolano la realizzazione.
Aneddoti divertenti ne abbiamo a bizzeffe: spose che hanno infilato l’abito al contrario, testimoni che hanno dimenticato le fedi, neo sposini finiti in boxer e calzini a zonzo per la location, mamme che sono passate da casa dopo la cerimonia perdendo la cognizione del tempo e dimenticandosi del banchetto, coppie “dimenticate in location” che abbiamo prontamente riaccompagnato a casa noi. Ci si potrebbe scrivere un libro! E magari, chissà, un giorno lo scriveremo…
Il tuo settore è stato tra quelli più colpiti dalla pandemia, come avete affrontato il periodo iniziale e come state gestendo i cambiamenti in atto?
Il nostro settore piange ancora le gravi perdite del divieto di festeggiare i matrimoni del 2020 e non ha ancora mai ripreso del tutto i ritmi lavorativi, districandosi tra un decreto e l’altro, tra colori di regioni e distanziamento dei tavoli. Il primo anno di pandemia, la paura, la non consapevolezza di ciò che stava accadendo, ha portato tutti gli sposi, a parte alcune eccezioni, a rimandare i loro matrimoni all’anno successivo, ovvero il 2021. Abbiamo passato giornate intere a riprogrammare gli eventi che avevamo in carico nel 2020, ore per far coincidere date di tutti i partner coinvolti, per far sì che nessuno di loro perdesse il lavoro e per garantire agli sposi ciò che avevano prescelto. Grandi fatiche per trovare i giusti compromessi con i fornitori più ostici, sudate per far valere i diritti dei clienti… non è stato facile, ma alla fine siamo riuscite ad accontentare tutti, trovando il giusto incastro, con nuove date, più sicure, mantenendo tutte le scelte fatte dai nostri clienti. Finita quella che sembrava un’ardua impresa, ci siamo ritrovate sole, spaventate, con un’estate di fronte senza eventi e senza introiti. Il nostro non è un lavoro dove puoi reinventarti con una vendita on line o un delivery, puoi solo sperare che le cose migliorino e rimboccarti le maniche. Ed è proprio ciò che abbiamo fatto, adattandoci con lavori extra per garantire alle nostre famiglie i loro fabbisogni e mantenere i costi della società che in ogni caso, a prescindere dalla pandemia, restavano attivi. È stato molto triste, ma andava fatto. C’è stato un momento in cui abbiamo pensato che anche il 2021 sarebbe stata una stagione buttata. Per fortuna ha avuto solo un inizio tardivo, i matrimoni sono ripartiti da metà giugno 2021, dovendo riprogrammare gli eventi, cercando l’incastro perfetto. Lo scenario che abbiamo vissuto è stato quindi di un regime lavorativo stressante e serrato, con doppiette e triplette. Le ore di sonno poche, il livello di ansia altissimo. Riguardando la stagione 2021, io stessa mi chiedo come abbiamo fatto a superarla indenni e sempre ottenendo il massimo dei feedback. Non lavorare è terribile, ma ammetto che anche lavorare con questi ritmi pazzeschi non è proprio il massimo!
Qual è il momento più emozionante del tuo lavoro?
Certamente quando lo sposo vede finalmente arrivare la sua sposa, in tutto il suo splendore, dopo tanta attesa… lì, in quel preciso momento, in quello sguardo commosso e in un certo senso rilassato, noi vediamo riflessa tutta la nostra gioia. Sicuramente è la più grande soddisfazione.
Quali consigli ti senti di dare a chi stesse pensando di intraprendere la tua professione?
Non è un lavoro semplice. Non basta aver aiutato la cugina ad organizzare il proprio evento per definirsi Wedding Planner, né aver fatto un corso di un giorno, on line, comprato su Groupon. Essere Wedding Planner vuol dire avere la responsabilità della buona riuscita del giorno più bello della vita di una coppia di innamorati e non c’è margine d’errore, per cui non ci si può assumere questa responsabilità con una blanda preparazione. Ci vuole studio, conoscenza capillare del territorio e conoscenza approfondita del mercato, con continui aggiornamenti sulle tendenze. Ci vuole audacia e spirito d’iniziativa, prontezza nel problem solving, preparazione nel dare risposte corrette e rassicuranti, ad ogni perplessità. Ci vuole, come in tutte le attività, un investimento economico e di energie, adeguato. Un Wedding Planner deve avere una partita IVA, come tutte le altre attività, possibilmente uno studio, un mezzo, un programma pubblicitario, un sito web e tante altre cose fondamentali affinché la vetrina sia congrua al servizio che stiamo andando a proporre e che dovrà essere solido, rassicurante, elegantemente presentato e serio.
Last but not least, è un lavoro che richiede un impegno da non sottovalutare, che spesso va in contrasto con l’ideale di professione. Si lavora di sera (le degustazioni sono tendenzialmente cene), anche il sabato e la domenica, si lavora assecondando le richieste del cliente, quando ha bisogno di te. È una scelta.